Dedicato alla memoria di Yoshinobu Nishizaki


Starlight: Il Veliero Stellare di Nishizaki






Maggiori dettagli su Odin sono disponibili sul sito odinworlds.





Titolo originale: Odin Photon Sailer Starlight
Studio: Toei Animation
Regia: Takeshi Shirado, Eiichi Yamamoto
Sceneggiatura: Toshio Masuda, Kazuo Kasahara, Eiichi Yamamoto
Soggetto originale e Produzione esecutiva: Yoshinobu Nishizaki
Character design Shinya Takahashi, Tomonori Kogawa
Durata 139 minuti







Innanzitutto, per capire che cosa ruota intorno ad Odin: il veliero dello spazio e che cosa ha portato alla creazione di questo film, è necessario prima conoscere e comprendere i sogni di Nishizaki.
La scelta di utilizzare un vascello con le sembianze di un veliero nel film non è stata affrettata e non è certo dovuta ad una mancanza di idee del produttore.
Eppure molti anime-fan che non conoscono molte delle sfumature della personalità di Nishizaki hanno interpretato questa come una decisione stravagante e infelice. 
Gli appassionati di anime di fantascienza non hanno capito il vero motivo che aveva portato il superproduttore a scegliere questa tipologia di nave. 
Come illustrato nei precedenti post dedicati alla nascita di Yamato, si ricorderà che Nishizaki era una persona particolare che per natura amava andare controcorrente,  la sua visione di una nave che viaggiava nello spazio era accompagnata da qualcosa in più che dalle semplici immagini che scaturivano dalla sua fantasia, Nishizaki lasciava che esse fossero accompagnate dall'interazione tra queste e la musica; il giusto connubio che lui riteneva essere come il collante che teneva insieme tutta la storia, un metodo che aveva iniziato ad esercitare fin da piccolo ascoltando tutte le forme di musica, leggendo manga e guardando le opere d'arte.
L'amore per la musica, per la fantascienza e per le grandi opere, gli avevano permesso di acquisire una certa sensibilità verso le opere classiche della letteratura, quindi, oltre a sognare grandi e potenti navi solcare lo spazio, Nishizaki includeva nella sua fantasia anche una tipologia di vascello più antica, poetica e leggendaria, una diversa dalle precedenti già menzionate, una nave che da tempi immemori era stata la protagonista di tante storie avvincenti del passato, una che a dire il vero, poco o nulla aveva a che fare con i viaggi spaziali: si trattava appunto di un veliero.

Il mondo dell’animazione all'inizio degli anni ’80 stava cambiando profondamente. 
All'inizio del decennio assistiamo ad un vero e proprio boom dell’animazione. Dopo la trasmissione di anime di successo come la nostra Yamato, Gundam e Lamù, anche i mass media del Sol Levante si erano accorti che gli Anime potevano anche diventare un prodotto per adulti. Svariati temi, dalla fantascienza, alla robotica, alla commedia romantica al sesso stavano entrando molto rapidamente a far parte dei contenuti presenti nelle storie di questi prodotti e che la fascia di età a cui i nuovi cartoni venivano indirizzati si stava alzando vertiginosamente.
Anche la nostra Yamato aveva fatto il suo tempo. 
Il cliché di Yamato utilizzato per dieci anni sembrava diventato obsoleto e Nishiazaki aveva bisogno di qualcosa di nuovo, qualcosa che potesse restituirgli i suoi sogni e la voglia di continuare.
Giunge per lui il momento di prendere una decisione: ritornare a fare Yamato o tentare una’altra via, una via legata alla sua giovinezza.
Nonostante gli incontri con i fan, il progetto delle guerre di Dessler, (seppur intrigante sotto certi aspetti) alla fine viene cancellato e Nishizaki decide finalmente di dare vita al suo sogno più grande.
Odin viene messo in cantiere alla fine del 1984. 
Il suerproduttore vuole al suo fianco i veterani di Yamato: lui stesso, Toshio Masuda, Kazuo Kasahara ed Eiichi Yamamoto.
Il film sarebbe uscito per l’estate dell’anno successivo.

Dal momento che i rapporti con la Toei sono ancora saldi, il superproduttore decide che quello sarebbe stato il bacino di carenaggio più adatto dove costruire il suo veliero spaziale. Vuole ancora gran parte del suo vecchio staff, il nutrito gruppo di persone con le quali lavorava ormai da dieci anni.
Dall'animazione, alla regia, agli storyboard, alle musiche: tutti gli amici che avevano lavorato con lui su Yamato ora erano chiamati a bordo del veliero Starlight.
Agli storyboard abbiamo il veterano Takeshi Shirado, i direttori Geki Katsumata e Tadano Tsuji. Shinya Takahashi, Tomonori Kogawa al character design, mentre del mecha design si sarebbe occupato il veterano Katsumi Itabashi.
Alle musiche, gli amici di sempre: Hiroshi Miyagawa e Kentaro Haneda, mentre per il tema musicale, Nishizaki pensa sia il caso di andare controcorrente. Per realizzare la colonna sonora il superproduttore ingaggia il gruppo heavy metal Loudness, gruppo famosissimo in Giappone negli anni '80, che eseguono una tipologia di musica in netto contrasto con i bellissimi pezzi d’orchestra dei due maestri.

All'inizio dell’estate del 1985, il film si presenta come un mostro di 140 minuti, più lungo del Nuovo Viaggio ma appena più corto di Yamato Per Sempre.
La peculiarità che differenza i viaggi della Starlight da quelli della Yamato è nella combinazione della storia, in questo film non c’è una Terra morente da salvare, ma un viaggio per vedere che cosa c'è là fuori. Il tema principale del film è guardare dentro sé stessi e trovare il coraggio necessario per essere esploratori dell’ignoto e andare avanti come pionieri in un nuovo territorio. "Odin" è una rappresentazione del cammino della Starlight, non un ritratto del destino finale della nave o del suo equipaggio.
Almeno in questo doveva differenziarsi da Yamato.
Dal momento che Odin era un progetto di Nishizaki, Matsumoto non viene coinvolto. Dopo la decisione di cancellare le Guerre di Dessler, Matsumoto non deve seguire altri progetti che riguardino Yamato e la collaborazione tra lui e il superproduttore è temporaneamente sospesa: ognuno dei due è libero di prendere la propria strada. 




Premesse




Inizialmente pensato come una serie di 12 episodi da immettere sul mercato degli O.AV. che allora cominciava a fiorire, il progetto di Odin finisce per essere ridotto ad una sola pellicola.
Nishizaki aveva pensato questo film per farne un grande successo e per questo la Starlight doveva fare onore al suo nome: doveva splendere di luce.
Si pensa così di servirsi dell’energia emanata dai fotoni per far risplendere l’intero veliero.
Le vele della nave, non erano di tessuto, ma pannelli lucenti in grado di accumulare l’energia dei fotoni e trasformarla in fasci di luce laser.
A bordo di una tale meraviglia, il giovane equipaggio sarebbe partito per esplorare l’universo per sondarne i suoi più incredibili misteri.
Dopo 140 minuti di buona animazione ed effetti di luce esasperati, (ma forse era proprio quello che si voleva fare), una musica eccezionale al pari di Yamato, Odin termina con un confronto con le forze meccaniche di Odino decise a distruggere la Terra. Akira, Sarah e l’equipaggio avrebbero in un futuro ormai prossimo raggiunto il pianeta Odin.









 La Trama Del Film








Dopo una premessa di quasi 10 minuti in cui il narratore (Goro Naya, doppiatore del capitano Avatar/Okita) ci narra le avventure dei grandi uomini del passato, che a bordo di navi di tutte le tipologie compivano grandi imprese, ritorniamo al presente nell'anno 2099: la scienza ha permesso di creare nuove tipologie di navi in grado di attraversare lo spazio.
Una di queste è la Starlight, una nave spaziale a vela per la cui costruzione erano stati impiegati ben 20 anni.
La Starlight è pronta al suo varo di prova; la sua missione: oltrepassare Giove, l’attuale frontiera per i viaggi spaziali.
L’equipaggio sale a bordo (piuttosto selvaggiamente bisogna dire) e inizia la crociera di prova.
Raggiunta la fasce asteroidale, la Starlight riceve una chiamata di soccorso dalla nave Alfred che sta per essere distrutta da un attacco  misterioso. Dopo questi avvenimenti facciamo la conoscenza del giovane Akira Tsukuba, che a bordo di un caccia appena sottratto all’Ente Spaziale Internazionale, chiede (nonostante gli fosse già stato negato dall'accademia) il permesso di salire a bordo ed essere ammesso tra i membri dell’equipaggio.
Dopo una serie di acrobazie svolte attorno allo scafo della Starlight (la scena ricorda molto quella che aveva come protagonista Sakamoto nel Nuovo Viaggio) il comandante della Starlight decide di accoglierlo più che volentieri.
Dopo soli 5 minuti dopo essere salito a bordo, il ragazzo raggiunge il ponte di comando e il capitano lo lascia libero di prendere i comandi della nave e di eseguire anche le manovre per compiere il salto gravitazionale (se non è un’assurdità questa…)  
Akira, però, nonostante abbia preso subito in mano le redini della nave, non fa parte dell’equipaggio e così Mamoru, suo vecchio amico/rivale (ecco che ritorna il duo Kodai-Shima)  per rincuorarlo gli dice che la Starlight ha bisogno di lui, delle sue capacità, e che sarebbe orgoglioso di essere il suo copilota.
Raggiunto Giove, la Starlight scopre che nave terrestre Alfred è stata abbattuta, qui i nostri recuperano una capsula contenente Sarah Cyanbaker, unica sopravvissuta al disastro causato da un asteroide armato e di opera presumibilmente aliena.
Alcuni membri della Starlight entrano nell'asteroide per ispezionarlo, ma questo improvvisamente esplode catapultando il veliero nei dintorni di Urano.
Dopo il salto, Sarah ha delle visioni e decide di chiedere al capitano di recarsi su Oberon, una delle lune di Urano, perché lì c’è qualcosa di importante che la sta chiamando.
Akira è inviato su Oberon, e vi trova i relitti di un mezzo spaziale sconosciuto dal quale successivamente preleva dei cristalli contenenti un diario di bordo. Sarah riesce a decifrarne solo una parte dei contenuti perché improvvisamente è colta da un improvviso malore alla testa che le impedisce di continuare con la traduzione. Nonostante il dolore, Sarah continua a fare il nome di Odin, un pianeta che si trova oltre il limite di navigazione della Starlight.


Dalla Terra , intanto, giunge l’ordine di ritornare, ma Akira deciso ad andare in fondo a questa faccenda, decide di ammutinarsi e insieme all'equipaggio sequestra la nave.
Durante il viaggio Akira e Sarah hanno occasione di conoscersi e di scambiarsi delle confidenze sul proprio passato e su ciò che hanno intrapreso. L’incontro dei due giovani è interrotto dall'apparizione di un misterioso essere spaziale denominato: Asgard, un essere apparentemente divino che domina tra i nove universi. Asgard  taccia tutti gli esseri umani come malvagi, sia nella mente, che nel corpo e avvisa i terrestri della Starlight che a loro non è permesso andare oltre e invia dei droni a fermarli.
Dopo un lungo combattimento, la Starlight esce danneggiata, ma vittoriosa.
L’arroganza dei terrestri che hanno osato sfidarlo, irrita Asgard, che decide di partire con l’intera flotta di astronavi alla volta della Terra per sterminare l’umanità.
Ma la Starlight ha modo di incrociare la loro rotta prima di giungere ad Odin e nonostante stia per essere sconfitta, grazie ad Akira riesce a liberarsi della flotta nemica facendo deflagrare con il raggio a disposizione della nave (una sorta di cannone a onde moventi) un enorme meteorite proprio davanti alla flotta di Asgard.
Solo la “nave madre” riesce a trarsi in salvo, quindi Akira in compagnia di alcuni compagni decide di entrare con dei caccia al fine di debellare la minaccia.
Giunti a destinazione, la piccola squadra deve fronteggiare un esercito di robot umanoidi supportati da un mezzo blindato gigantesco. L’obiettivo della squadra dei terrestri  è di distruggere il cervello elettronico centrale che governa la loro società!

Sarah Cyanbaker è realizzata da Shinya Takahashi,
già character Design di Sasha II e di Luda
Dopo un primo scontro Akira e Sarah comprendono che non stavano combattendo contro comuni macchine antropomorfe, bensì dei cyborg nei cui corpi scorre del sangue (riconoscete Yamato Per Sempre in questa parte della sceneggiatura?).
Sarah apprende la prima verità: in realtà quei cyborg sono alcuni degli abitanti originari di Odin, che per sopravvivere al cataclisma provocato dall'avvicinarsi della stella Canopo al pianeta, dovettero modificare il proprio corpo innestandovi parti meccaniche.
Al tempo, la regina di Odin decise di inviare alcune sue cellule lontano nello spazio, così da poter essere ricreata e il suo nome era Sarah (Sarah sarebbe la rinata regina di Odin).
Il soldato racconta poi che i superstiti di Odin iniziarono ad affidarsi completamente alle macchine fino ad attribuire ogni loro attività ad un computer centrale: Asgard. Tuttavia il cervello elettronico centrale sviluppò una propria coscienza che lo portò a desiderare di sottomettere ogni individuo alla propria volontà.
A questo punto Sarah che pare abbia recuperato parte della memoria e i compagni di viaggio della Starlight sono decisi a battersi contro Asgard per eliminarlo definitivamente e rivendicare la propria natura di esseri viventi dotati di intelletto. Giunti al suo cospetto, Asgard rivela la restante parte della verità: il suo compito è eliminare ogni forma di vita biologica.
Dopo una lunga ed estenuante battaglia, la Starlight riesce a distruggere Asgard. 
Ma come finisce il viaggio verso Odin resta un’incognita, il film termina con un finale aperto.







Che Cosa è Andato Storto?






Ahime questo film fortemente voluto dal suo produttore si rivela subito una delle peggiori space opera mai realizzate.
Anche se sappiamo che Nishizaki ce l’ha messa tutta, il film fa acqua da tutte le parti, gli avvenimenti della storia sono fiacchi, le personalità dei protagonisti che dovrebbero emergere nella storia e fare da collante in tutte fasi del film sono praticamente inesistenti.
Starlight è il classico esempio di tutto ciò che può andare storto in un film di animazione realizzato per il cinema. E ' dilatato, inutilmente lungo, spesso noioso, debole nella sceneggiatura, scarsamente caratterizzato e quasi incomprensibile.
Il film, nonostante le buone premesse è stato un fallimento colossale. Responsabile la trama innanzitutto. Sconclusionata, non affrettata ma debole e priva di mordente. Al timone troviamo i veterani di Battaglia Finale e si vede poichè anche l’ultimo film di Yamato in alcuni punti presenta dei punti deboli.
Di sicuro la metodologia di lavoro usata per la stesura del copione di Odin dev'essere stata identica a quelle dei precedenti film di Yamato. Esattamente come accadde per Arrivederci Yamato e per Battaglia Finale, la scrittura della sceneggiatura fu un agglomerato di tante idee differenti mescolate tutte insieme e questo in pratica, spiega la mancanza di coerenza e l'abbondanza ancora più abbagliante di idiozia, una sceneggiatura scritta a malavoglia che ha portato ad un finale disastroso che non è, o si può nemmeno chiamare un finale. 
Il film utilizza scene di combattimento molto caotiche per cercare di rendere la trama avvincente (se non altro per cercare di far rimanere svegli gli spettatori), senza, però riuscirvi.
Le battaglie, sebbene realizzate a dovere, non hanno senso e gli espedienti (o le tattiche) utilizzate per distruggere i nemici, sono affrettate e prive di logica.
nota. Il film è stato distribuito in Giappone a partire dal 10 agosto 1985. La distribuzione per il mercato estero iniziò invece nel 1986, con una versione distribuita dalla U.S. Manga Corps: essa differisce dall'originale per la durata, abbreviata a 93 minuti.
Il film arrivò anche da noi all’inizio degli anni ’90 in una edizione in VHS non regolamentare, ma fu ugualmente doppiato e distribuita..

Il 24 agosto 2004 la Central Park Media ha pubblicato una versione in DVD del film, intitolata Odin: Starlight Mutino e contenente sia la versione giapponese di 139 minuti, sia la versione ridotta e adattata per il mercato esterno.








 Il Gruppo Dei Lodness




Tema Iniziale del Film 

LOUDNESS・ Gotta Fight /ODIN /HD



Loudness, sono un gruppo heavy metal giapponese fondato a Osaka nel Maggio del 1981 dal chitarrista Akira Takasaki e dal batterista Munetaka Higuchi.
I Loudness sono il primo gruppo proveniente dal Giappone ad acquisire notorietà all'estero, riuscendo a raggiungere la Billboard Top 100 nel loro periodo di maggior successo e a pubblicare album per un'etichetta discografica statunitense.
Sostituito Tanaka con Masayoshi Yamashita e completata la formazione con il cantante Minoru Niihara, già bassista del gruppo hard & heavy Earthshaker, i Loudness firmarono un contratto con la Nippon Columbia, per la quale pubblicarono il loro album di debutto, intitolato The Birthday Eve.

Nonostante la mancanza di promozione, l'album riscosse un buon successo grazie alla buona prestazione dei quattro musicisti, in particolare di Takasaki. I due album successivi, pubblicati in rapida successione accrebbero la notorietà dei Loudness in patria che riuscirono ad organizzare il loro primo tour internazionale, avvenuto in Europa e negli Stati Uniti tra il giugno e il luglio del 1983.
Al termine della tournée il gruppo registrò Disillusion, primo album dei Loudness ad essere inciso al di fuori del Giappone nonché primo disco del gruppo ad essere pubblicato sia in lingua giapponese per il mercato interno, sia in lingua inglese per il mercato esterno..
Poco tempo dopo l'abbandono di Vescera, al ritorno in Giappone, il gruppo vide anche la defezione di Yamashita, sostuituito dall'ex bassista degli X Japan, Taiji Sawada. Reclutato l'ex cantante degli EZO Masaki Yamada il gruppo pubblicò, tra il 1992 e il 1993, l'album in studio Loudness e il live Once And For All, caratterizzati da sonorità più dure rispetto ai dischi prodotti negli Stati Uniti.
La formazione durò però poco dal momento che, nel 1993, abbandonarono sia Higuchi, sia Sawada.
Takasaki poco dopo riuscì a ritrovare motivazioni per proseguire con il gruppo: richiamato Yamada e reclutato l'ex batterista degli EZO Hirotsugu Homma, i Loudness produssero, nel 1994, l'album Heavy Metal Hippies, influenzato dalle sonorità grunge e della world music. Completata la formazione con l'ex bassista degli Anthem Naoto Shibata, i Loudness produssero tre album in studio e un live, pubblicati tra il 1995 e il 1999.
Nel 2000, su suggerimento di Yamada, Takasaki richiamò gli altri componenti originari, dando vita alla reunion del gruppo in occasione del ventesimo anniversario della fondazione. Tale ricorrenza fu celebrata pubblicando, nel 2001, un nuovo album in studio intitolato Spiritual Canoe, seguito da un tour.
Negli anni successivi la formazione originale restò unita continuando sia l'attività in studio, sia quella dal vivo, sospendendola nell'aprile del 2008 a causa della diagnosi di un cancro al fegato di Munetaka Higuchi.
La morte del batterista, avvenuta il 30 novembre, non arrestò l'attività del gruppo che continuò a registrare album in studio e ad effettuare tournéecon Masayuki Suzuki chiamato a rimpiazzare il membro deceduto.




Tema Finale del Film
Odin









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